Rimettendo a posto, ho ritrovato in casa una vecchia copia de la Repubblica.
È risalente al 2005, 3 anni prima della commercializzazione in Italia dell’iPhone. Smartphone da 599 euro esistevano già, ma erano grezzi come il mio vecchio Samsung i600 .
“GPS integrato”, dice la foto, ma non c’era nessuna applicazione decente per usarlo - anche il grezzissimo Google Maps per Windows Mobile 6 diceva “impossibile trovare la posizione”. Per il resto, era complicato da usare, non intuitivo, e il suo browser, “Internet Explorer 6 Mobile”, non era altro che un adattamento veloce del motore di Internet Explorer 4, rendendo impossibile la navigazione su qualsiasi sito. Per “navigare” (=accedere a siti internet in caso di emergenza), avevo trovato la soluzione in un “accrocchio instabile” composto da un emulatore Java non ufficiale e una copia di Opera Mini per telefoni normali.
Assolutamente non alla portata di tutti. Ecco perché quella ragazza, che probabilmente l’aveva comprato col semplice principio “se costa di più, vuol dire che è migliore degli altri”, me l’aveva venduto a un terzo del prezzo originale, dopo solo tre mesi d’utilizzo.
L’utilizzatore medio di un cellulare non andava su Internet, non scaricava app, non condivideva foto su Facebook, non guardava YouTube. Un cellulare semplice, che fa foto, manda messaggi e telefona era più che sufficiente, quindi.
Ma torniamo all’articolo de la Repubblica. A tutta pagina viene evidenziato il problema dell’inflazione e della crisi dei consumi: tutti i prezzi sono saliti alle stelle: la benzina, il gas, l’acqua, la corrente, il cibo, ed è un bel problema sociale: gli stipendi non bastano. Beh, se non fosse stato per la data, 13 agosto 2005, avrei pensato che l’articolo fosse attuale.
L’articolo diceva che tutti i prezzi sono aumentati, escluso i prezzi dei cellulari, che hanno subìto un calo di oltre il 20%, grazie alla concorrenza dei terminali della Tre, venduti con il blocco SIM ad un prezzo decisamente inferiore. Il 50% dei cellulari venduti costava meno di 100 euro, e il 20% dei cellulari costava meno di 69 euro.
La situazione è ancora la stessa? Sono passati sette anni, ma secondo me il prezzo medio dei cellulari venduti non è più inferiore a 100 euro. Non riesco nemmeno ad immaginarmi un telefono decente che costi meno di 200 euro.
Ci lamentiamo dei costi della vita attuale, ma non ci facciamo problemi a comprare telefoni da 400-500 euro. Ci servono veramente?
Sfortunatamente, si. Non riuscirei più ad andare avanti con un telefono “base”, piccolo e sconnesso da Internet.