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Ecco un altro colpo mortale alla libertà di pensiero, come avevo detto proprio nello scorso post.

Vi ricordate quel video di quattro anni fa del bullismo su un ragazzo affetto da sindrome di Down? Dopo 2 ore dalla segnalazione a Google, il video fu immediatamente rimosso, dopo due ore (come accade sempre).

Ma non è stato abbastanza, evidentemente. Quattro dirigenti Google sono stati portati in tribunale per diffamazione e violazione della privacy.

Secondo l'accusa, Google dovrebbe visionare manualmente tutti i video che vengono caricati sulla piattaforma. Peccato che su Youtube, ogni minuto, vengono caricate 20 ore di filmati...

Per questo, praticamente tutti i siti di video sharing, hanno un simpatico pulsante come questo:

Premendo su segnala, una persona controllerà che il video effettivamente sia da togliere.

Condannare Google per aver reso disponibile il video su internet, è un fatto gravissimo che crea un pericolosissimo precedente!

Infatti, sarebbe come se venisse commesso un omicidio in un centro commerciale, il criminale ne uscisse quasi pulito, e il titolare del supermercato venisse condannato in quanto non ha controllato che ogni cliente fosse con buone intenzioni!!!

Inoltre, sono stati chiesti 150mila euro di danni materiali e 150mila euro di danni morali. A chi? Ai veri colpevoli? Macché! Loro se la sono cavata con solo 10 mesi di volontariato presso un'associazione per disabili! I danni e la condanna vera e propria la deve scontare Google! Ma come???

Assurdo!

Se la sentenza fosse confermata in appello, sarebbe un disastro per l'Internet italiano! Sapete come risolverebbero il problema del controllo preventivo di tutto ciò che viene immesso in rete Google, Facebook e tutti gli altri? Semplice: "Siamo spiacenti, ma il servizio non è disponibile in Italia"

E noi ci troveremmo con un Internet castrato, al pari di Iran e Cina (anzi, peggio)

Il problema principale è che, dal mondo politico non arrivano segnali positivi.

Barbara Saltamartini, responsabile delle Pari opportunità del Pdl, dice: "Con una sentenza giusta e di grande sensibilità il Tribunale di Milano ha finalmente sancito che Internet non puo' essere una terra di nessuno dove la dignità delle persone viene calpestata senza alcun controllo. Chi gestisce motori di ricerca deve operare una vigilanza. Anzi, tale vigilanza deve essere, a mio avviso, tanto piu' rigorosa quanto piu' il motore di ricerca e' esteso e diffuso."

Vigilanza vuol dire censura preventiva? In effetti per RapeLay si parlava di OSCURARE i siti stranieri (a centinaia!), e anche per il recente fatto del gruppo su Facebook "Giochiamo a tiro al bersaglio con i bambini down", si parla di OSCURARE, di ricorsi alla Polizia Postale, filtri, e tante altre cose poco democratiche. Che poi, come ha ammesso la Polizia Postale stessa, Facebook ha rimosso il gruppo violento dopo poche ore dalla segnalazione.

Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri dice: ''Perche' Google non ha, infatti, vigilato e collaborato per rimuovere in modo tempestivo contenuti violenti?"

Beh, Google ha rimosso il video dopo 2 ore dalla segnalazione del contenuto inappropriato, ed è stata essenziale nell'individuare il colpevole. Senza il contributo di Google, i veri colpevoli sarebbero rimasti impuniti!


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