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Interventi di febbraio, 2010

Solo in Italia: i colpevoli vengono lasciati liberi e gli innocenti vengono condannati.

Ecco un altro colpo mortale alla libertà di pensiero, come avevo detto proprio nello scorso post.

Vi ricordate quel video di quattro anni fa del bullismo su un ragazzo affetto da sindrome di Down? Dopo 2 ore dalla segnalazione a Google, il video fu immediatamente rimosso, dopo due ore (come accade sempre).

Ma non è stato abbastanza, evidentemente. Quattro dirigenti Google sono stati portati in tribunale per diffamazione e violazione della privacy.

Secondo l'accusa, Google dovrebbe visionare manualmente tutti i video che vengono caricati sulla piattaforma. Peccato che su Youtube, ogni minuto, vengono caricate 20 ore di filmati...

Per questo, praticamente tutti i siti di video sharing, hanno un simpatico pulsante come questo:

Premendo su segnala, una persona controllerà che il video effettivamente sia da togliere.

Condannare Google per aver reso disponibile il video su internet, è un fatto gravissimo che crea un pericolosissimo precedente!

Infatti, sarebbe come se venisse commesso un omicidio in un centro commerciale, il criminale ne uscisse quasi pulito, e il titolare del supermercato venisse condannato in quanto non ha controllato che ogni cliente fosse con buone intenzioni!!!

Inoltre, sono stati chiesti 150mila euro di danni materiali e 150mila euro di danni morali. A chi? Ai veri colpevoli? Macché! Loro se la sono cavata con solo 10 mesi di volontariato presso un'associazione per disabili! I danni e la condanna vera e propria la deve scontare Google! Ma come???

Assurdo!

Se la sentenza fosse confermata in appello, sarebbe un disastro per l'Internet italiano! Sapete come risolverebbero il problema del controllo preventivo di tutto ciò che viene immesso in rete Google, Facebook e tutti gli altri? Semplice: "Siamo spiacenti, ma il servizio non è disponibile in Italia"

E noi ci troveremmo con un Internet castrato, al pari di Iran e Cina (anzi, peggio)

Il problema principale è che, dal mondo politico non arrivano segnali positivi.

Barbara Saltamartini, responsabile delle Pari opportunità del Pdl, dice: "Con una sentenza giusta e di grande sensibilità il Tribunale di Milano ha finalmente sancito che Internet non puo' essere una terra di nessuno dove la dignità delle persone viene calpestata senza alcun controllo. Chi gestisce motori di ricerca deve operare una vigilanza. Anzi, tale vigilanza deve essere, a mio avviso, tanto piu' rigorosa quanto piu' il motore di ricerca e' esteso e diffuso."

Vigilanza vuol dire censura preventiva? In effetti per RapeLay si parlava di OSCURARE i siti stranieri (a centinaia!), e anche per il recente fatto del gruppo su Facebook "Giochiamo a tiro al bersaglio con i bambini down", si parla di OSCURARE, di ricorsi alla Polizia Postale, filtri, e tante altre cose poco democratiche. Che poi, come ha ammesso la Polizia Postale stessa, Facebook ha rimosso il gruppo violento dopo poche ore dalla segnalazione.

Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri dice: ''Perche' Google non ha, infatti, vigilato e collaborato per rimuovere in modo tempestivo contenuti violenti?"

Beh, Google ha rimosso il video dopo 2 ore dalla segnalazione del contenuto inappropriato, ed è stata essenziale nell'individuare il colpevole. Senza il contributo di Google, i veri colpevoli sarebbero rimasti impuniti!

Italia e Cina sempre più simili. Censura anche da noi.

Andare su Internet in Cina è qualcosa di incredibilmente frustrante: troppi siti sono censurati e irraggiungibili. Il DNS (ho spiegato che cos'è all'inizio della lezione 3.3), è "avvelenato", per rimuovere "siti scomodi".

E cosa c'entra l'Italia con la censura? Non è un paese libero?

Da pochi giorni, non più. La stessa tecnologia che viene usata a fin di bene per filtrare i siti pedopornografici e "a fin di bene" per filtrare i siti di gioco d'azzardo, adesso filtra the pirate bay in Italia.

Questo è un disastro! Non è mai successo che, a scopo preventivo, venisse inibito a tutti gli italiani di andare su un sito internet fuori dall'italia!

Ma vabbé, direte voi, ormai the pirate bay è un sito inutile, non contiene più torrent, da quando è statocondannato in Svezia.

Il problema principale è che piano piano, altri siti "scomodi", si aggiungeranno al "sequestro preventivo", e ci troveremo in un internet a livello cinese!

Drunkendonkey? Scomodo! Censurato! Un sito di estremisti politici? Censurato! Youtube pubblica il grande fratello minando la stabilità economica di Mediaset? Censurato!

Bravi media, ecco come si genera lo scandalo del mese

I media annunciano oggi, con tono di emergenza:

Web: Meloni, stop a 'videogioco' Rapelay
ALEMANNO, PROIBIRE VIDEOGIOCO RAPELAY
Internet: Meloni, stop a rapelay 'gioco' di stupro on line
Sul web per giocare agli stupratori
Folle videogame dal Giappone: «Diventa anche tu stupratore»
Aiart: allarme videogioco Rapelay, simila stupri. Alemanno: va proibito

A parte il fatto che non capisco come mai il sindaco di Roma deve decidere per tutti gli italiani che cosa va proibito o no, si nota è immediatamente emergenza per questo gioco scandalo che simula uno stupro.

Si, RapeLay, questo il nome del gioco che ci hanno gentilmente rivelato i media, è l'ultimissima frontiera del "divertimento": stuprare le ragazze per noia!

Huh? Ma è veramente emergenza? Beh, è il sequel di Interact Play VR, un gioco del 2001! Si, DA BEN NOVE ANNI un gioco di "stupri violenti" giaceva indisturbato e invisibile. Ma di quando è RapeLay? Del 2006! Nessuno l'ha mai notato in quattro anni? Lo notano solo ora?

E guardate questo video del TG2! Si parla di "vince chi stupra più donne possibili". Ho letto la trama e ci sono TRE donne nel gioco. Si parla di "scene terribili di violenza". Ma quale donna si inginocchierebbe a terra volontariamente e silenziosamente, come mostrato nel video???? Senza contare la perla finale "bisogna costringere le proprie vittime ad abortire altrimenti si viene gettati sotto un treno in corsa". Ehm.... e come farebbe lo stupratore? Ripassa dopo 4 mesi chiedendo "ehi, se sei rimasta incinta, ti devo fare abortire". Mah...

Tra l'altro, conoscono le basi della psicologia? Se dite a un bambino "Ehi, dentro questa scatola c'è un gioco bellissimo, mi raccomando, non l'aprire, che dopo quando torno lo nascondo", indovinate cosa succederà non appena toglierete lo sguardo!!!!

Infatti, dicendo "RapeLay, gioco scaricabile con una ricerca su internet", praticamente state INCENTIVANDO A SCARICARLO!!!

Anzi, l'articolo del Messaggero è ancora più avanti! Ci indica pure il nome del gioco che l'ha susseguito: Itazura Gokuaku (いたずら極悪), un gioco del 2009! E infatti, cercandolo su Google, come primo risultato abbiamo un bel post che ci spiega dove si scarica e come si trasforma in inglese! Congratulazioni!

Ma il problema principale è che questo gioco è stato preso totalmente fuori contesto! Questo gioco è pensato unicamente per il mercato giapponese. Essendo un gioco per adulti, si adatta al mercato locale. E qual'è il genere di film vietati che vanno di moda in Giappone? Quello degli stupri simulati: un uomo si avvicina a una donna in un luogo pubblico come un vagone della metro o un supermercato, la inizia a palpeggiare in pubblico, ed inizia l'atto proibito malgrado i "no, no, la prego, la smetta subito". Questo perché, mah, i gusti son gusti, magari i maschi giapponesi, single, non si sentono appagati dal loro lavoro ripetitivo e noioso, e una volta tornati a casa preferiscono entrare in un mondo fantastico, ecc ecc..

Quindi, essendo tali giochi "film interattivi", si limitano a copiare lo stile degli stessi film che vanno di moda.

E qual'è la differenza tra lo stupro dei film giapponesi e uno stupro reale? Prima di tutto la violenza: in quei film la ragazza si limita a dire "no, no" in un luogo pubblico, mentre nella vita reale viene portata in un luogo appartato e massacrata di cazzotti...

Vedere o giocare con gli stupri simulati, rende i giapponesi degli stupratori? Vediamo le statistiche mondiali:

Ignorando l'assurdamente alto valore del Sud Africa, dove, come dice Wikipedia, "si stima che una donna ha maggiori probabilità di essere stuprata che di imparare a leggere", e dove "il 25% della popolazione maschile ha commesso almeno uno stupro e il 50% dei tali lo ha fatto più di una volta" , vediamo che, tra i paesi occidentali, il triste primato va all'Australia. Gli australiani hanno fantasie erotiche perverse? Non mi pare. L'Italia finisce al 46esimo posto (Bravi! Meglio di USA, Francia e Spagna! Continuiamo così!). Il Giappone al 54esimo. Questo perché è una fantasia erotica, non una mania da realizzare.

RapeLay è solo uno degli innumerevoli giochi hentai destinati esclusivamente al mercato giapponese, comunque censurati secondo la legge giapponese, quindi l'atto sessuale di per sè è oscurato, ed era destinato a rimanere per sempre nell'oblio di internet, fino all'avvento dei media, che devono creare scandali infondati.

Per il prossimo scandalo i media potrebbero prendere qualche altro film giapponese ancora più estremista?

Altri esempi?

Rule of Rose, per esempio. Panorama e La Nazione crearono titoli come "Vince chi seppellisce la bambina", o "Sbarca in italia 'Rule of Rose' Un gruppo di bambine 'gioca' a seppellire viva una coetanea". Il problema è che il "giornalista" ha scritto il pezzo senza neanche provare il gioco per un secondo: in nessuna scena del gioco viene seppellita una bambina o commessa violenza su minori. Tale articolo ha creato un disastro economico al distributore del gioco: all'epoca il ministro della giustizia europeo era l'italiano Franco Frattini, che non esitò a condannare pubblicamente il gioco, forzando il distributore a non vendere il gioco in inghilterra, a causa dell'enorme pubblicità negativa ricevuta...

Oppure il sempre eterno GTA, dove "vince chi uccide più prostitute"

Giocando un solo nanosecondo a GTA, si capisce subito che è come un simulatore di vita reale: se vuoi puoi tranquillamente fare un lavoro onesto consegnando le pizze o facendo il tassista. Troppo noioso? Come nella vita reale, puoi fare quello che ti pare, nessuno ti vieta di prendere a calci una prostituta. Ed esattamente come nella vita reale, anche nella vita virtuale vieni arrestato. Anzi, nella vita virtuale di GTA, dopo aver commesso un omicidio, corre subito una volante della polizia nella zona pronta ad arrestarti, dopo solo 10 secondi. Nella vita reale la polizia ti arresta dopo 10 secondi o dopo 10 anni?

The Cove

The Cove è un documentario ambientalista che documenta l'annuale strage di migliaia di delfini a scopi alimentari.

Ambientato a Taiji, una piccola città proprio vicina a Nara (si, la stessa Nara della quale abbiamo parlato la settimana scorsa), ci può fare aprire un po' gli occhi sul problema, filmando con apparecchiature ultramoderne la più grande organizzazione di massacro delfini del mondo: i delfini, seguendo i flussi migratori, vengono attirati in un'insenatura, dove vengono sterminati...

Siamo tutti un po' fanboy del Giappone, pronti a difenderlo sempre... anche se, tradizioni come questa, che si trascina da secoli, non possono rimanere inosservate.

Adoro il Giappone, ma sapere che esiste un delfinario dove gli spettatori possono degustare snack a base di delfini mentre guardano l'esibizione di delfini, mi fa rabbrividire!

La carne di delfino, altamente tossica per gli alti livelli di mercurio, viene infatti consumata "per tradizione", ed è presente anche nel menu della mensa scolastica di Taiji. (ma è rimossa dal menu dopo la pubblicazione del documentario)

Per fortuna, le cose stanno cambiando, la cultura del consumo dei cetacei sta scomparendo, come per esempio la carne di balena, che pare sia diventata molto più economica, per via della scarsa domanda del mercato. Anche se, alcuni politici molto conservatori, hanno attuato programmi di sensibilizzazione al consumo di carne di balena, ovvero: ai bambini delle elementari viene presentata la carne di balena come un piatto molto salutare, dalle proprietà miracolose... in questo modo, si creano nuovi consumatori...

È possibile vedere il documentario su Youku (inglese sottitotolato in cinese, sorry), comprando il dvd in italiano su Amazon, o "altri canali"


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